Biografia

UN’ANIMA MEDITERRANEA TRA TOSCANA E PALESTINA

Shady Hasbun esprime in sé un incrocio di tanti diversi mondi e culture: nato a Firenze, cresciuto tra le spezie della Palestina, tornato poi a respirare la dolcezza delle colline maremmane e infine affermato professionalmente tra i sapori di Arezzo.

La sua cucina racconta tutta questa storia, fatta di contaminazioni, emozioni e memoria. Un melting pot autentico dove il Rinascimento incontra i suq orientali, dove le specialità toscane dialogano con il maftoul e i falafel.

I PROFUMI DELL’INFANZIA

L’infanzia di chef Shady è un album di ricordi speziati: il profumo del cumino nella cucina della nonna in Palestina, i piatti toscani della mamma e della nonna a Massa Marittima, la musica del liuto del padre in sottofondo.

Fin da bambino vive l’incontro tra due culture culinarie profondamente diverse, diventando inconsapevolmente testimone e custode di una nuova, personale, tradizione gastronomica che diventa poi il motore di una costante sperimentazione. A dieci anni rientra in Toscana dove la passione per la cucina diventa, lentamente, il suo lavoro.

LA CUCINA NEL DESTINO

Dopo la laurea in Scienze dei Beni Culturali, chef Shady inizia ad avvicinarsi sempre più al mondo del gusto, tra vino e prodotti tipici. La sua esperienza trova solide radici ad Arezzo, terra di orgogliosa tradizione gastronomica: qui si forma, studia, matura esperienze e apprende sul campo, lavorando fianco a fianco con cuochi locali di cui assorbe tecniche e visioni.

Questo percorso trova espressione nell’apertura nel 2011 del ristorante Le Rotte Ghiotte che propone un menù mediterraneo e mediorientale, tra sapori autentici e nuove interpretazioni. Il locale resta fino al 2017 un punto di riferimento per chi cerca emozioni nel piatto, poi chef Shady sceglie di seguire una nuova rotta: quella della formazione.

DALLA CUCINA ALL’AULA

Trasmettere conoscenza diventa la sua nuova missione. Chef Shady insegna negli istituti alberghieri (dal “Vegni-Capezzine” di Cortona al “Vasari” di Figline Valdarno), forma nuovi talenti, organizza iniziative, racconta il Mediterraneo attraverso corsi, laboratori e social cooking, conduce una scuola di cucina dove teoria e pratica si fondono in un’esperienza condivisa, aperta a tutti, fondata sul dialogo e la sperimentazione. Queste conoscenze vengono declinate anche nella scrittura di libri e saggi, tra cui la collana editoriale “Tacuinum” dove racconta il cibo in parole e ricette.

UN VOLTO TELEVISIVO

Empatia, simpatia e un innato talento nel raccontare il cibo rendono chef Shady un volto amatissimo anche sul piccolo schermo.

La sua capacità di spiegare con semplicità ciò che è complesso, unita a un sorriso sempre pronto e a un racconto coinvolgente, lo portano a collaborare con le principali emittenti provinciali e regionali e, allo stesso tempo, a diventare un esperto di riferimento per RaiUno.

Partecipa a programmi come “La prova del cuoco”, “Uno mattina” e “Buono a sapersi” dove porta in scena non solo ricette, ma anche storie di famiglia, viaggi di gusto e tradizioni mediterranee.

IN TOUR TRA EVENTI E SAPORI

Il percorso professionale di chef Shady è in continuo movimento ed evoluzione tra importanti collaborazioni come quelle con l’Associazione Cuochi o con l’Accademia Italiana di Gastronomia e Gastrosofia. Nel frattempo diventa testimonial di numerose aziende ed è invitato come ospite in iniziative, manifestazioni, dimostrazioni culinarie e cooking show di tutta Italia, inoltre partecipa a numerose edizioni dei campionati del mondo “Cous Cous Fest” a San Vito Lo Capo dove rientra costantemente tra i finalisti.

OLTRE LA CUCINA: LA MUSICA COME PONTE

L’anima di chef Shady non si esprime soltanto tra i fornelli, ma vibra anche tra le corde della musica. Appassionato percussionista, ha sempre visto nei suoni un linguaggio universale, capace di unire popoli e raccontare identità, dando vita insieme al padre ai Maram Oriental Ensemble in un progetto musicale che intreccia i ritmi dell’Oriente con la tradizione toscana.

Il repertorio del gruppo è un viaggio tra brani folcloristici, canti popolari, musica classica araba e composizioni dei più grandi autori del Mediterraneo per dare voce a terre come Tunisia, Libano e Palestina. A questa esperienza si affiancano le collaborazioni con i Kabila con cui continua a costruire ponti tra culture, linguaggi e sensibilità, e con i Noi Nati Male con cui condivide libertà di espressione, vena artistica e creatività fuori dagli schemi.